JohnOne ha scritto:No, per niente. Ci prova, ma dipende da tecnologie non proprie e spesso non sa poi come gestirle adeguatamente. Forza lavoro non significa formazione al lavoro.
bah usciamo un po dal discorso cmq sono tra i piu' grandi esportatori di prodotti tessili e integrati, l' economia in maggior sviluppo degli ultimi 3 anni. E veramente cinico gio' che dico ma la Cina è un lampante esempio di come lo sfruttamento e il mantenimento di un livello lavorativo basso (manodopera) siano un metodo per il rilancio economico di un paese.
JohnOne ha scritto:E' cosi'. A Taiwan le leggi sono assai diverse. Piu' che altro, perche' ci sono, non e' immersa nella sostanziale anarchia lavorativa cinese. Credo che tu guardi troppi telegiornali e questi non fanno quasi mai vedere in che modo dalle parti di Taiwan si intenda il concetto di "sciopero". E cosa piu' importante, a Taiwan c'e' formazione e preparazione, anche la qualita' poi ne guadagna e infatti il grosso della produzione di Apple avviena a Taiwan, non in Cina. In Cina Apple fa produrre solo una certa quantita' di nuovi iMac, ma sempre da una ditta taiwanese e secondo standard qualitativi propri. E' un po' (abbastanza, parecchio) diverso dallo scenario che esponi tu.
premessa non guardo telegiornali leggo giornali, secondo mi fido di chi in taiwan c'è stato vede come lavora la gente e soprattutto sa quanto è lo stipendo un impegato ad una catena. Se tu sostieni che Apple (tu [stra]citi questa ma per tutte le altre è uguale) applichi politiche corrette di stipendi ai suoi lavoratori in Taiwan o Cina io ne sono ben contento ma mi chiedo perchè essendo una azienda statunitense non apra stabilimenti a casa propria ... a me sembra ovvio...