ZeuS ha scritto:E tu capisci se uno è niubbo dal font che usa?
In effetti si. Se uno vuole un font "fumettoso" ce ne sono tantissimi molto più belli di Comic Sans. Uno un minimo sgamato, se lo va a prendere.
Dopo di che mentre Arial (a cui comunque strapreferisco Helvetica, di cui Arial è la brutta copia) e Times sono i più celebri font senza e con grazie.
Sono le due grosse famiglie di font: quasi tutte le pubblicazioni usano o uno o l'altra famiglia di font (ciascuna delle quali ha pregi e difetti, per esempio i font senza grazie si leggono meglio a schermo, quelli con invece molti li trovano più leggibili a stampa -- specie su pubblicazioni "umanistiche" come un libro di lettura).
Di font con o senza grazie ci sono tantissime varianti, e presso molti editori è un vanto sceglierne una versione più "bella" (tempo fa quello di Cambridge University Press -- o forse era Oxford, ricordo che c'era una specie di "gara" anche su questo campo fra i due -- era davvero splendido).
Dicevo... tornando a noi quando uno deve pubblicare qualcosa, sceglie generalmente uno delle due famiglie di font. Inoltre ci sono ottimi motivi per scegliere arial o times: sono ovunque.
Comic Sans (e i vari font "strani") sono certamente meno leggibili [ per forza, sono fatti per essere strani ]. Ma un font strano da un tocco di originalità:
1) se è originale (se lo usano tutti certo non è originale)
2) se è in qualche modo legato al contesto.
Per esempio troverei accettabile una presentazione che parla di musica medievale che usasse un font tipo OldEnglish (magari solo per le iniziali, che se no non si legge una fava).
Una che parlasse di futurismo con quello stesso font sarebbe penosa.
La scelta di un font è parte integrante del design di qualcosa.
Scegliere Comic Sans in pratica non ha senso alcuno.
Di qui il concetto di "font del niubbo".
Peraltro il mercato dei font è davvero fiorente. Tempo fa ne ho visto uno che mi piaceva da impazzire: un monospaziato ( per certi versi un'altra famiglia ancora, comoda per programmare e simili, esempi sono monaco o courier, senza e con grazie rispettivamente) davvero ben proporzionato.
90 $. Col cazzo, mi sono detto.
Per tipografi e designer però acquistare e scegliere font "giusti" è parte del loro lavoro.
Noi macchisti poi siamo abbastanza fissati con i bei font. Sarà merito della passione di Jobs per lo stesso argomento (aveva seguito numerosi corsi sulla "calligrafia" dei font).
Tempo fa per esempio Apple aveva creato apposta Geneva. Era stato studiato per essere molto leggibile come font di sistema "piccolo" (e lo era).
Chicago invece era il font "trademark" dei menu, poi sostituito da Charcoal, più moderno come layout (quando in Apple si usavano i temi Platinum). Ma confesso che io ci sono rimasto affezionato a Chicago.
Queste attenzioni sono un po' sparite con MacOS X. Peccato.