
ARMIGA Project, per gli amici solo ARMIGA, nasce con lo scopo di riportare alla luce delle nuove generazioni, e anche di quelle vecchiette e nostalgiche, i fasti del computer Commodore Amiga. Parliamo di una famiglia di elaboratori nata nella metà degli anni ’80 e trascinatasi fino alla metà degli anni ’90. Inutile ricordare di che razza di computer si trattava, basti dire che buona parte dei videogame entrati nella leggenda sono passati per questi circuiti, senza parlare del contributo dato a settori come la computer grafica e la programmazione. A più di trent’anni di distanza, quindi, un gruppo di appassionati nerd spagnoli ha pensato di lanciare sul mercato un vero e proprio emulatore fisico di AMIGA.
Gli emulatori, come forse saprai, sono software che riproducono la circuiteria di un certo hardware, potendo così far funzionare su un computer i programmi originali. ARMIGA, partendo da questo presupposto, si compone di una sorta di micro-computer con processore ARM dual-core, con installato un emulatore.
Quella che potrebbe sembrare un’idea poco originale (in fondo chiunque può installare nel proprio PC un emulatore), è stata arricchita di un piccolo, grande, particolare pronto a rendere unico ARMIGA: un lettore per i vecchi floppy disk del computer di Commodore. Parlare del solo lettore è riduttivo: il progetto spagnolo, infatti, integra un componente sviluppato ad hoc per eseguire la decodifica dei dati dei floppy originali di AMIGA. E qui assisteremo a scene come l’apertura di bauli riposti in soffitta senza alcuna speranza di essere rispolverati. Su tutto, di questo progetto colpisce la volontà di renderlo autonomo: il kit include cavi per il collegamento al televisore tramite HDMI (supporta la risoluzione 720p), porte USB per il collegamento a tastiera, mouse o gamepad, il lettore di schede di memoria (una è pre-inserita col sistema operativo), e l’alimentatore. Niente computer: si collega ARMIGA al televisore e si gioca.
Tutto è pre-installato e non serve davvero nient’altro. In un paio di minuti, ARMIGA è collegato al mio televisore, pronto a riportarmi nei magici anni ’90. Prima dell’accensione ufficiale, che si effettua con un pulsantino tropo piccolo e nascosto, occorre connettere qualche sistema di controllo. ARMIGA è un po’ schizzinosa coi gamepad e i mouse, quindi il consiglio è di collegarci una tastiera, anche solo per mantenere il “mood” retrò. E a questo punto sì, che si può accendere.
ARMIGA si basa su due sistemi operativi. Lasciando tutto com’è, carica AmigaOS, mentre togliendo la schedina di memoria, carica Android 4.2, che tuttavia non è ufficialmente supportata dal progetto.
Va da sé che la schermata iniziale di AmigaOS è tutto tranne moderna, anche se si rivela molto funzionale: tramite le varie voci si ha la possibilità di caricare software da memorie esterne, accedere alle impostazioni o smanettare fin da subito coi giochi forniti in dotazione. Io mi sono tuffato su Alien Breed, vecchio sparatutto con visuale dall’alto sviluppato da quei mattacchioni del Team 17. Il caricamento è veloce (specie in virtù di quello di un’Amiga originale) e, quando necessario, si può anche cambiare il dischetto, virtuale o fisico che sia. L’upscaling, cioè il passaggio dalla risoluzione originaria a quella 720p predefinita, è molto buono e per niente fastidioso. Anzi: giocare su grande schermo a titoli come Superfrog o R-Type, anch’essi caricati in memoria, è davvero una bella soddisfazione, anche in virtù di un sonoro ben riprodotto. Il tutto a un prezzo più che onesto: 169 euro.
Note negative? Solo due. Oltre al pulsante di accensione, la fattura dello chassis, cioè della scatola esterna di ARMIGA, è molto economica. In fondo, non un grande difetto: ARMIGA è prodotta da un piccolo team di appassionati che utilizzano una stampante 3D economica e il risultato è piuttosto artigianale. Detto questo, questo emulatore hardware funziona senza alcuna sbavatura, il manuale è molto chiaro e in dotazione è fornita, addirittura, una copia originale su dischetto del celebre Kickstart 1.3. ARMIGA è disponibile anche in una versione priva di lettore floppy disk (119 euro), quindi valida solo per i titoli scaricati dalla Rete, ma tutto sommato mi sento di consigliare quella completa, per vivere appieno lo spirito del leggendario computer di Commodore.
Fonte:
http://www.wired.it/gadget/computer/2016/08/05/ritorno-amiga-grazie-a-un-emulatore/