Babylon ha scritto:TheKaneB ha scritto:Senza volerlo hai citato invece proprio i punti cardine di quella filosofia :-) gli hackers nascono tra schede perforate e cavi elettrici, non nascono insieme a Unix. Ad esempio alcuni importanti hackers sono stati Steve Wozniak e Bill Gates, che con Unix e Linux non c'azzeccano proprio una mazza.
leggi il link che ho postato se ti interessa approfondire ;-)
Conosci l'origine del termine GURU MEDITATION? Sai come svilupparono la piattaforma Amiga i membri della Hi-Toro? Hardwaristi e softwaristi lavoravano spalla a spalla dandosi suggerimenti l'un l'altro... Non mi puoi paragonare l'integrazione SO-HW Amiga a quella di un qualsiasi Linux. Linux, essendo multipiattaforma, è molto più astratto. Non dico sia un male, ma non può rappresentare la filosofia Amiga.
Inoltre, che innovazioni apporterebbe una distro Linux, quale cambiamento di approccio al controllo HW? Amiga fu innovativo proprio per l'introduzione di chip custom, controllabili a bassissimo livello (ti ricordi che emozione scrivere le liste Copper?). Oggi tutto è invece interfacciato da driver. Oggi, quale innovazione potrebbe prendere il posto di quella? Quale potrebbe essere ugualmente controllabile?
Conosco l'origine del GURU MEDITATION (che viene da un gioco Atari) e conosco anche la storia dei ragazzi di Hi-Toro, come tutti in questo forum del resto :-)
Linux non piace nemmeno a me, intendiamoci. Ho solo fatto notare che quelle che hai citato sono le caratteristiche fondanti della cultura Hacker. La cultura Amiga ne è figlia, ma non è la prima nè l'unica ad averne (in buona parte) le caratteristiche.
Ti invito nuovamente a leggere quel link di prima, è veramente interessante.
Comunque, che tu lo stia notando o meno, ad ogni versione di AmigaOS ci si avvicina sempre di più alla forma di un sistema operativo moderno, escludendo pian piano l'accesso diretto all'hardware.
Questo è un retaggio degli anni 80 e 90, e non è auspicabile in un sistema attuale, dove la sicurezza dei dati dell'utente (siamo nel mondo del web e dell'ubiquitous computing, eh!) assume una priorità maggiore delle prestazioni e dell'integrazione con l'hardware.
Inoltre, l'aumentata velocità di sviluppo delle nuove soluzioni hardware rende facilmente obsoleti quei sistemi che vi si appoggiano direttamente, senza mezzi robusti di astrazione (in questo Unix e Windows sono micidiali). Dove l'obsolescenza non è un problema (controlli industriali, sistemi embedded, altro...) si può continuare a lavorare sull'hardware in modo diretto, ma in altri campi è anacronistico attaccarsi ancora all'ottimizzazione bit per bit.
Persino gli oscilloscopi digitali moderni montano processori x86 (Atom) oppure ARM, e sotto hanno Windows CE come sistema operativo, e parliamo di un Oscilloscopio! Figuriamoci uno strumento quale il computer di casa :-)